Nuovi laghetti per il Tritone crestato italiano
L'anno scorso il WWF Parma ha partecipato al Bando Ambiente della Fondazione Cariparma, con un progetto dedicato alla conservazione del Tritone crestato italiano, Triturus carnifex, una specie endemica del nostro paese, che quindi si trova solo entro i nostri confini nazionali ed in nessuna altra parte del mondo. La specie è tutelata a livello europeo perché con areale limitato e in cattivo stato di conservazione.
Nella nostra Riserva e Oasi, dove fino alla fine degli anni '90 era ben presente e numeroso, nell'ordine di molte centinaia di esemplari, attualmente ha subito un forte regresso, tanto che il monitoraggio effettuato nel 2013 da Carolina Baruzzi per la sua tesi magistrale ne aveva rilevate solo due femmine in tutto il territorio protetto.
Le cause del regresso sono imputabili al cambiamento climatico, in quanto le pozze naturali in cui si riproduceva, che fino al 2003 mantenevano l'acqua per tutto l'anno, o al massimo si asciugavano in agosto, da quell'anno hanno iniziato a prosciugarsi sempre più spesso già nei mesi tardo invernali e primaverili, uccidendo uova e larve, non solo di tritone crestato, ma anche di tutte le altre specie di anfibi, insetti e molluschi tipiche di questi ambienti.
Già in quei primi anni avevamo realizzato stagni artificiali, capaci allora di trattenere l'acqua grazie al terreno argilloso compattato, poi fessurato nell'estate 2003 con perdita della capacità; nel 2013 li abbiamo impermeabilizzati con telo sintetico grazie ad un progetto della Provincia di Parma con fondi PSR, e fino al 2018 sono stati a tenuta perfetta, ma poi sia i danni dei cinghiali che le estati torride li hanno portati a svuotarsi completamente in giugno/luglio, prima della completa metamorfosi di buona parte degli anfibi che li utilizzavano, con morie conseguenti.
Con il progetto sostenuto da Fondazione Cariparma e, per il 10%, dall'Ente Parchi e Biodiversità dell'Emilia Occidentale, abbiamo approfondito i 6 stagni, abbiamo sostituito l'impermeabilizzazione, li abbiamo recintati a protezione dai cinghiali, li abbiamo uniti tra di loro mediante tubature sotterranee per evitare la dispersione e lo spreco dell'acqua in eccesso, abbiamo collocato tre raccolte di acqua piovana per avere 3.000 litri di scorta per i periodi di siccità, nel caso si arrivasse nuovamente prossimi al disseccamento. Nel corso dell'anno abbiamo condotto diverse visite guidate, abbiamo portato molte classi scolastiche e centri estivi a fare Pond-dipping alla scoperta di queste creature, abbiamo anche realizzato un minilaghetto con alcune famiglie per insegnare l'importanza di questi ambienti artificiali per la tutela di una parte affasciante e importante della biodiversità.
Grazie a Fondazione Cariparma, a Ente Parchi Emilia Occidentale, alla Cooperativa Valvona Valtarodine che ha materialmente eseguito i lavori, e ai nostri volontari che si sono occupati delle sistemazioni finali dei bordi.